Federmeccanica presenta la 140° Indagine Congiunturale

Terzo trimestre 2016 in progresso del 2,5% rispetto al periodo precedente

Riprende la domanda interna ma la crescita non compensa quanto perso nella fase recessiva

 

Il miglioramento ha interessato soprattutto i comparti dei metalli, dei mezzi di trasporto e degli apparecchi meccanici, grazie alla norma sui super ammortamenti

 

Roma, 2 dicembre 2016 – Si è svolta oggi a Roma, presso l’Hotel Nazionale, la presentazione dei risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 140ª edizione.

I dati relativi all’andamento del comparto metalmeccanico, presentati da Angelo Megaro, Direttore del Centro studi di Federmeccanica, evidenziano come nel terzo trimestre dell’anno in corso l’attività produttiva metalmeccanica ha segnato un progresso del 2,5% rispetto al trimestre precedente, dopo un calo dello 0,8% registrato nel secondo.

Ai risultati moderatamente negativi nella produzione di macchine elettriche (-0,4%) e di computer, prodotti elettronici e strumenti di precisione (-0,9%), si sono contrapposti andamenti decisamente positivi per i comparti dei metalli e prodotti in metallo (+2,4%), dei mezzi di trasporto (+3,2%) e delle macchine e apparecchi meccanici (3,5%) che hanno beneficiato della norma sui super ammortamenti introdotta dal Governo a inizio anno.

Mediamente i volumi di produzione metalmeccanici, nei primi nove mesi del 2016, sono cresciuti del 2,7% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

«I risultati positivi di questa indagine trimestrale -  ha commentato Alberto Dal Poz, Vicepresidente di Federmeccanica - risultano migliori nel confronto con gli altri Paesi europei, interessati da una fase di sostanziale rallentamento. Nella media dei Paesi UE la produzione metalmeccanica ha registrato, in termini congiunturali, un modesto +0,5%. La Germania ha messo a segno un +0,8%, mentre in Francia, Spagna e Regno Unito i volumi produttivi si sono ridotti».

«A questa crescita - ha dichiarato Stefano Franchi, Direttore Generale di Federmeccanica - come emerge chiaramente dall’indagine periodica che Federmeccanica conduce presso un campione di imprese associate, ha contribuito la domanda interna grazie al buon andamento della spesa delle famiglie e allo slancio registrato dagli investimenti. Al contrario, la componente estera della domanda risente del rallentamento dei tassi di crescita del commercio mondiale».

Nei primi nove mesi del 2016 le esportazioni metalmeccaniche (circa 150 miliardi di euro) sono infatti cresciute di un modesto +0,9% a fronte di un +2,2% delle importazioni mentre il saldo dell’interscambio ha evidenziato un attivo pari a quasi 38 miliardi di euro.

Le attese relative all’ultimo trimestre dell’anno sono all’insegna di un parziale miglioramento della congiuntura settoriale. Il portafoglio ordini si conferma stabile, le prospettive produttive sono positive grazie sia al miglioramento della domanda di origine interna sia per la componente estera, mentre non si registrano variazioni di rilievo sull’evoluzione dei livelli occupazionali che, nelle imprese metalmeccaniche con oltre 500 addetti, nei primi otto mesi del 2016 hanno registrato un parziale ridimensionamento (-0,7% rispetto all’analogo periodo del 2015); sempre nello stesso periodo, le ore di CIG autorizzate sono state pari a 217 milioni, con un incremento tendenziale del 6,8%.

«Tuttavia – conclude Dal Poz - i ritmi di crescita dell’Italia appaiono ancora del tutto insufficienti a recuperare, in tempi brevi, almeno una parte significativa di quanto perso nella precedente fase recessiva. I volumi di produzione risultano infatti ancora inferiori del 26,5% rispetto al primo trimestre del 2008».