Il ruolo dell'Europa, il contributo dell'Italia
Dopo sette anni dall’inizio della crisi l’Europa, e in particolare l’Eurozona, stenta a imboccare la strada di una ripresa duratura. Sulla base delle stime del Fondo monetario internazionale, il PIL, dopo il risultato negativo del 2013 (‐0,5%) farà registrare per il 2014 un modesto +0,8% per arrivare al +1,2% nel 2015.
Sul fronte della disoccupazione i dati permangono allarmanti con un tasso pari al 9,9% per l’UE ed il 21,4% (23,0% nell’area euro) per quella giovanile, lo spettro della deflazione si fa sempre più reale, mentre crescono i divari economici e gli squilibri finanziari e competitivi tra i diversi Paesi dell’UE.
Per stimolare i timidi segnali positivi previsti per l’anno in corso e far sì che l’Europa si avvii verso il cammino della ripresa e della crescita, occorre quello che da più parti è invocato con sempre maggiore intensità, ossia uno shock positivo, frutto di un’azione convergente e programmata e di un mix di misure strutturali, di carattere monetario e fiscale.
Finora, in Europa, la mancanza di un’unica voce, punti di vista diversi sulla gestione della crisi e un’eccessiva attenzione verso politiche fiscali restrittive che deprimono la domanda interna, hanno frenato ogni prospettiva di ripresa.
Con la sua Comunicazione in merito all’applicazione della flessibilità di bilancio nell’ambito delle regole europee, la Commissione Juncker ha intrapreso la giusta direzione, segnando un punto di svolta nella politica economica del Continente.
Si tratta, tra l’altro, di uno sviluppo a cui ha indirettamente contribuito la Presidenza italiana che, accanto al rilancio di crescita e occupazione, ha fatto della flessibilitàdelle regole contenute nei Trattati europei il grande cavallo di battaglia del proprio semestre. Cambiamenti importanti che possono fungere da stimolo alla crescita dell’intera Eurozona.
Anche le decisioni adottate dalla Banca Centrale Europea lo scorso 22 gennaio sul “Quantitative easing” costituiscono uno sviluppo positivo.
Il Consiglio direttivo della BCE ha, infatti, deciso di ampliare il piano di acquisto di titoli, che include già titoli ABS e obbligazioni garantite, ai titoli di Stato dei Paesi appartenenti all’Eurozona aventi qualità medio‐alta (investment‐grade) e alle obbligazioni emesse da agenzie e Istituzioni dell’UE (come la BEI o il fondo salva Stati ESM).
L’augurio è che la mossa della BCE possa dare una spinta all’economia e contribuire ad uscire dalla stagnazione che sta facendo perdere all'Europa il primato a livello mondiale.
L’impatto anche per l’Italia sarà positivo a condizione di proseguire rapidamente nel cammino delle riforme più volte annunciate, senza le quali il nostro Paese avrà più difficoltà a intraprendere un percorso di crescita.
La situazione difficile in cui versa l’Europa e, in modo particolare, l’Italia rende ancora più urgente focalizzare l’agenda politica europea sulla competitività del sistema industriale attraverso interventi mirati e coordinati tra le diverse Istituzioni comunitarie e gli Stati membri. Senza industria, infatti, non c’è PIL, non ci sono posti di lavoro, non c’è benessere, non c’è reddito, non c’è sviluppo.
Molti passi in avanti sono stati fatti in questa direzione nel corso di questi ultimi anni, come dimostrano l’attenzione rivolta a diversi livelli al tema del "Rinascimento industriale" e della reindustrializzazione dell’Europa ed il riconoscimento che l’industria, in particolare quella manifatturiera, rappresenti il principale e insostituibile motore dell’economia reale.
L’attenzione rivolta al tema del “Mainstreaming della competitività industriale” rappresenta senza dubbio un importante tassello nel percorso teso a riaffermare la centralità dell’industria nelle strategie di sostegno alla crescita ed a porre le basi per una nuova Governance con processi di policy making che siano realmente in grado di mettere al centro le ragioni della competitività.
La Rinascita Industriale - Il ruolo dell’Europa, il contributo dell’Italia
Industrial Renaissance - The role of Europe, the contribution of Italy