Taranto, 21 giugno 2019 – Per la prima volta, le assemblee generali di Federmeccanica e di Confindustria Taranto si sono svolte in maniera condivisa. L’industria metalmeccanica italiana si è incontrata con gli imprenditori tarantini per ragionare sull’Acciaio, materia prima dell’Industria e sulle Imprese manifatturiere, materia prima del Paese.
Per il secondo anno consecutivo, come dichiarato dal Presidente Alberto Dal Poz fin dal suo insediamento, l’evento si è svolto all’interno di una fabbrica: la ArcelorMittal di Taranto.
Dopo i saluti di Matthieu Jehl (Vice Presidente e Amministratore Delegato di ArcelorMittal Italia), Giovanni Gugliotti (Presidente Provincia di Taranto) e Giovanni Cataldino, (Assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Taranto), il Presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz e il Presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo, hanno aperto i lavori con le loro Relazioni. E’ seguito un intenso intervento di S.E.R. Mons. Filippo Santoro (Arcivescovo di Taranto e Presidente Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Conferenza Episcopale Italiana). Le conclusioni sono state affidate al Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
La scelta di Taranto e del suo grande impianto siderurgico nasce dalla consapevolezza che chi rappresenta l’industria metalmeccanica italiana non può chiamarsi fuori da una delle più complesse questioni economiche e sociali che riguardano il Paese e, in modo profondo i tarantini. Questo è stato fatto in coerenza con i dieci punti del decalogo intitolato “Impegno.” che Federmeccanica ha presentato un anno fa. Un testo nel quale ogni singola riga, ogni proposizione e ogni capitolo esprimono la volontà di ricercare sempre una sintesi positiva tra le ragioni dell’Impresa e quelle della Persona e della sua Comunità.
Federmeccanica e Confindustria Taranto condividono una tensione ideale che spinge al sostegno attivo nei confronti del grande progetto di rinnovamento industriale avviato da ArcelorMittal la cui complessità e delicatezza assumono un valore paradigmatico per l’intero Paese: se Taranto vince, vince l’Italia. Se l’Italia vince, vincono il lavoro, l’impresa e il progresso sociale.
«Rinnovamento, Impegno e Speranza – ha dichiarato Alberto Dal Poz, Presidente Federmeccanica - sono le tre parole che spiegano la nostra presenza a Taranto. La complessità che viviamo, segnata dai ritardi del Paese, dalla rivoluzione digitale, dalla globalizzazione e da un sempre più marcato divario tra il Nord e il Mezzogiorno, richiede visioni di respiro strategico, Impegno e investimenti mirati. Da questo punto di vista Taranto è lo specchio di un Paese confuso e incerto, che ha smarrito la fiducia nelle proprie capacità e potenzialità. Un Paese nel quale disfare ciò che è stato fatto ieri è diventato il modo per affermare la propria parte politica e raccogliere un immediato quanto effimero consenso. In tal modo si possono vincere le elezioni ma non si costruisce certamente il futuro.
L’industria metalmeccanica italiana e Confindustria sono qui per affermare che Taranto non è un “problema” ma una delle “frontiere” che il nostro Paese nel suo insieme deve riuscire a conquistare. Oggi siamo qui – in rappresentanza del maggiore settore industriale italiano che da solo produce quasi il 50% dell’export nazionale – per affermare che Taranto, le sue imprese, i suoi cittadini e il suo acciaio non sono soli e che il loro Impegno è anche il nostro Impegno: ottenere un’eccellente produzione di acciaio in un contesto di elevata qualità di vita e lavoro. Per Federmeccanica l’Impegno per il Rinnovamento guarda a un sistema dove l’impresa ha una centralità e una responsabilità sociale».
«Oggi – ha proseguito il Presidente di Federmeccanica - noi non ci sentiamo coraggiosi ma scomodi. Scomodi perché non affidiamo ai social il nostro pensiero su Taranto, ma veniamo qui, di persona, per presentarlo, sostenerlo e per confrontarci. Scomodi perché la nostra agenda non è condizionata dal consenso quotidiano, ma coerente con ciò che da anni sosteniamo e pratichiamo con milioni di lavoratori e con i loro rappresentanti. Scomodi, infine, perché abbiamo avviato per primi una profonda revisione del modo di intendere, e di praticare, le Relazioni Industriali, andando oltre gli interessi di parte per perseguire un interesse generale. Federmeccanica è consapevole che il Rinnovamento avviato con le Organizzazioni sindacali è la prima imbastitura di una più ampia modernizzazione sociale ed economica. Il nostro Rinnovamento è come una "colata continua" che non può subire battute d'arresto: dobbiamo andare avanti, dobbiamo osare di più nelle innovazioni industriali, economiche e sociali».
«Ho già avuto modo di affermare diverse volte, e l’ho fatto anche in questa assemblea per me particolare per molti aspetti – ha commentato Vincenzo Cesareo, Presidente di Confindustria Taranto - che gran parte di quel rinnovamento di cui parla il Presidente Dal Poz - e che condivido pienamente in quanto comune obiettivo - debba nascere soprattutto da una percezione diversa dell’impresa: intesa come laboratorio privilegiato, incubatore di esperienze, motivatore di risorse umane, portatore di ricchezza, moltiplicatore di know how. Un’impresa che sia capace, soprattutto, di esaltare il valore personale che ognuno di noi esprime nel suo vissuto quotidiano. Per arrivare ad affermare tale visione, è necessario tuttavia che la stessa diventi patrimonio comune, gradualmente e sempre più consapevolmente, fra noi imprenditori e la città in cui viviamo, i nostri stakeholders, l’opinione pubblica con cui ci confrontiamo quotidianamente. Dobbiamo lasciarci alle spalle le stagioni del conflitto e rimetterci a discutere seriamente.
Dobbiamo allontanare le tentazioni, sempre in agguato, di sentirci detentori di piccole sovranità, che non hanno ragion d’essere: l’impresa è fatta da uomini, che sono a loro volta famiglie, fabbisogni, diritti da pretendere e doveri da svolgere al meglio. Non si tratta di una semplificazione ma di un’esigenza.
Abbiamo bisogno di riportare l’uomo nella sua unicità, e con la dignità che gli appartiene, al centro del concetto di impresa: è l’ora della responsabilità comune, che tutti noi attori economici, politici e sociali del territorio dobbiamo assumere. E’ un passaggio necessario per giungere ad una reale rinascita morale, che ci faccia superare gli individualismi e guardare oltre la logica del “business of business is business”, una visione d’impresa che oggi noi consideriamo superata.
In questo non possiamo essere soli. Dobbiamo poter contare sulla capacità di ascolto di tutti: non a caso oggi ad ospitarci è stata una fabbrica coacervo di tutte le contraddizioni possibili: lavoro e salute, industria e ambiente. Un eterno dualismo che in questi ultimi anni si è radicalizzato mettendo di fronte due beni necessari, come se questa partita si potesse giocare solo estremizzando il gioco. Noi siamo ancora convinti che il diritto ad un ecosistema sostenibile possa viaggiare di pari passo col diritto al reddito e al welfare. L’alternativa è il conflitto senza soluzione di continuità, che vogliamo, dobbiamo a tutti i costi lasciarci definitivamente alle spalle».
La Formazione è uno dei temi centrali dell’Assemblea. Un intento, quello di approfondire i cambiamenti del mondo del lavoro e delle competenze, che Federmeccanica e Confindustria Taranto hanno deciso di portare anche fuori dall’appuntamento istituzionale, organizzando un incontro con lo scrittore Stefano Massini, la mattina di sabato 22 giugno.
Una “lectio” sulla centralità della conoscenza. Dire, fare, sapere: infiniti, è il titolo dell’incontro in cui Stefano Massini racconterà, partendo dal passato, qual è stato il ruolo del “sapere” nell’evoluzione dell’industria, rivoluzione dopo rivoluzione, che ci ha portato fino ai giorni nostri, per poi guardare al futuro, con nuovi occhi.