FEDERMECCANICA COMPIE 50 ANNI E LANCIA
Competere.
Il progetto per il lavoro e l’impresa nella Quarta Rivoluzione Industriale e nel post Covid-19 è stato presentato insieme ai risultati della 159° Indagine Congiunturale
Roma, 15 settembre 2021 – Il 15 settembre 1971 nasceva Federmeccanica e da quel momento il Settore che costituisce la spina dorsale dell’economia italiana non solo ha avuto una sua rappresentanza, ma anche una sola “voce”. Più di 12 mila imprese dalle più piccole alle più grandi, all’interno di 7 divisioni, 40 gruppi, 83 classi e 105 categorie secondo le classificazioni ISTAT, hanno trovato un proprio spazio istituzionale.
Oggi, il Presidente Federico Visentin, il Vicepresidente alla Cultura d’Impresa e Comunicazione Diego Andreis, il Direttore Generale Stefano Franchi si sono ritrovati per fare il punto sul ruolo di Federmeccanica nella vita industriale del Paese, sulla situazione attuale dell’economia grazie ai dati dell’ultima Indagine Congiunturale e, soprattutto, parlare del futuro della metalmeccanica/meccatronica che rappresenta l’8% del PIL nazionale, il 50% delle esportazioni e contribuisce per più del 40% alla creazione del valore aggiunto dell’Industria italiana.
In occasione di questa importante ricorrenza, è stato presentato il Progetto Competere.
«La crescita di qualsiasi sistema – ha dichiarato il Presidente di Federmeccanica, Federico Visentin - dipende dalla sua competitività. Questa è l’unica strada possibile, una strada che Federmeccanica vuole tracciare “progettando” il Nuovo Lavoro e la Nuova Impresa. Progettare il Nuovo Lavoro significa, da un lato, intervenire in maniera decisa su problemi che da troppo tempo ci portiamo dietro come il cuneo fiscale, che va abbattuto, mentre dall’altro vuol dire mettere le basi per gestire il cambiamento, ad esempio creando le competenze che serviranno alle imprese nel futuro. Progettare la Nuova Impresa significa sostenere il tessuto metalmeccanico/meccatronico sia con interventi in grado di produrre effetti nell’immediato, come gli incentivi per il 4.0 e le azioni da mettere in campo per la carenza (e l’eccessivo costo) delle materie prime, sia con misure che abbiano un lungo respiro, come le politiche industriali utili per gestire la transizione tecnologica ed ecologica. Siamo in una congiuntura favorevole all’interno comunque di una fase di ricostruzione che necessità di progettualità. Serve quello stesso spirito Riformatore che ha accompagnato il Rinnovamento contrattuale e culturale di Federmeccanica. Un percorso di Riforma che intendiamo portare avanti».
I dati che emergono dall’ultima rilevazione congiunturale, la 159°, realizzata dal nostro Centro Studi ci offrono un quadro chiaro della situazione attuale. Nella prima metà dell’anno in corso, il settore metalmeccanico ha evidenziato significativi segnali di miglioramento, in linea con i progressi realizzati da giugno 2020. In particolare, nei mesi più recenti si sono recuperati integralmente i volumi di produzione che si realizzavano prima dello scoppio della pandemia: nel secondo trimestre la crescita della produzione è stata del 2,1% t/t e del 47% a/a (ma il dato risente della diffusa chiusura delle aziende nel mese di aprile 2020); confrontando il periodo aprile-giugno di quest’anno con gennaio-febbraio 2020, mesi precedenti lo scoppio della pandemia, si registra una crescita dell’1,5%. Complessivamente, nel primo semestre la crescita dei volumi su base annua è del 29,9%, sostanzialmente in linea con i primi sei mesi del 2019 (-0,8%): un miglioramento diffuso a tutte le attività dell’industria metalmeccanica, seppur con tassi fortemente differenziati.
Al miglioramento dell’attività produttiva ha fatto seguito un minor ricorso alla cassa integrazione e un’inversione delle tendenze negative delle dinamiche occupazionali tra le imprese con più di 500 dipendenti (+1,2% a giugno 2021 rispetto a dicembre 2020). Con riferimento alle aspettative a breve, dall’indagine emergono prospettive di ulteriori recuperi di attività produttiva, sebbene permanga un clima d’incertezza connesso all’evoluzione pandemica alla dinamica dei prezzi delle materie prime e alla loro disponibilità. Il 47% degli intervistati dichiara un portafoglio ordini in miglioramento, il 37% prevede incrementi di produzione e il 26% ritiene di dover aumentare i livelli occupazionali nei prossimi sei mesi (al contrario, il 7% pensa di doverli diminuire).
L’aspetto che pone maggiori preoccupazioni è legato all’impatto della dinamica dei prezzi delle materie prime sull’attività aziendale e alla loro disponibilità sul mercato: il 93% delle imprese intervistate ha risentito del rincaro dei prezzi di metalli e semilavorati in metallo rispetto al precedente 84%. Il 72% dichiara difficoltà di approvvigionamento, dovute principalmente alla loro scarsità e al significativo allungamento dei tempi di consegna. Da ciò potrebbe derivare un’interruzione dell’attività produttiva nel 21% delle imprese rispetto al precedente 14%. Due imprenditori su tre (64%) ritengono che la tendenza rialzista dei prezzi potrebbe durare anche nei prossimi mesi.
«In questa giornata simbolica si incrociano il passato, il presente ed il futuro. Federmeccanica ha scritto un pezzo importante della storia del Settore con gli ultimi Contratti e non solo, va ricordato. Oggi affrontiamo temi contingenti con la consueta indagine congiunturale, che conferma i segnali positivi già registrati lo scorso trimestre, all’interno di uno scenario però ancora di forte incertezza legata all’andamento della pandemia ed al problema delle materie prime. In una fase così critica non dobbiamo concentrare l’attenzione solo sull’attualità, occorre anche guardare avanti – ha commentato Diego Andreis, Vicepresidente Federmeccanica alla Cultura d’Impresa e Comunicazione -. Per questo parliamo di “Progetto”. Si progetta qualcosa che può prendere forma domani. Il nostro vuole essere un contributo con stimoli per tutti i soggetti che devono essere coinvolti in questo Progetto: il sistema delle Imprese, i Sindacati e le Istituzioni. Un Progetto a tutto tondo per essere più competitivi. La competitività delle nostre imprese è il fine, il progetto che oggi presentiamo è lo strumento con spunti, idee ma per realizzarlo sono necessari impegno e risorse. Grazie al PNRR vengono messe a disposizione quantità importanti, che richiedono interventi di qualità. La crescita dimensionale delle imprese ad esempio è una sfida per tutti, da ogni punto di vista. Occorrono finanziamenti mirati ed un grande cambiamento culturale, serve quindi pragmatismo e visione».