- Federmeccanica condanna fermamente l’aggressione da parte della Russia all’Ucraina, ed esprime la propria vicinanza alla popolazione colpita dalla guerra.
- Nel 2021 la produzione metalmeccanica cresce del 15,9% rispetto all’anno precedente, grazie anche all’export (+18,4%), ritornando ai livelli pre-Covid.
- Nel quarto trimestre dell’anno i volumi di produzione sono però in calo dell’1,8% (t/t). Preoccupa in particolare il comparto Automotive (-13% a/a).
- Le aspettative per il 2022 sono fortemente condizionate dalle conseguenze economiche del conflitto in Ucraina che inasprisce gli aumenti dei prezzi energetici e delle materie prime.
Roma, 3 marzo 2022 – Sono stati diffusi oggi i risultati della 161ª edizione dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica.
Nel 2021 la produzione metalmeccanica è cresciuta del 15,9% rispetto all’anno precedente, nonostante la flessione registrata nell’ultimo trimestre. Un risultato che ha consentito di recuperare completamente il crollo osservato nel corso della pandemia: i volumi di produzione del 2021 risultano leggermente superiori (+0,3%) rispetto al 2019, sebbene l’intero comparto industriale registri un calo contenuto dello 0,6%.
La performance dell’industria metalmeccanica italiana è stata migliore di quella a cui abbiamo assistito nei principali Paesi Ue, dato che in Francia e Germania i volumi risultano ancora inferiori di circa 10 punti rispetto ai livelli pre-pandemici. Il recupero osservato nel 2021 nel nostro Paese, oltre che da un miglioramento della domanda interna, è stato favorito da una marcata ripresa dell’export, cresciuto in media del 18,4% sul 2020. Una parte significativa di tale incremento è però imputabile a una forte crescita dei valori medi unitari che hanno contribuito in maniera sostanziale anche all’aumento delle importazioni (+24,9%).
Scendendo nel dettaglio dell’evoluzione congiunturale, la produzione metalmeccanica, dopo il rallentamento osservato nel terzo trimestre 2021, nella parte finale dell’anno ha evidenziato risultati negativi: nel trimestre ottobre-dicembre, infatti, i volumi di produzione sono diminuiti dell’1,8% rispetto al periodo precedente, mentre su base tendenziale la variazione è passata dal +6,4% di luglio-settembre al + 1,2% del quarto trimestre.
Il peggioramento osservato risulta in parte ascrivibile a un diffuso rallentamento di tutte le attività metalmeccaniche, ma trae principalmente origine dai risultati fortemente negativi del comparto Automotive che ha segnato un calo di oltre 13 punti percentuali, rispetto all’analogo trimestre 2020, e da un decremento più contenuto del comparto degli Altri mezzi di trasporto (-2,4% su base tendenziale).
«Stiamo vivendo una fase molto instabile e terribilmente complicata. Ogni giorno lo scenario può mutare, quanto sta accadendo in Europa a seguito dell’aggressione da parte della Russia all’Ucraina costituisce un fatto gravissimo dalle conseguenze non prevedibili. E’ difficile parlare di produzione quando c’è una guerra in corso ma dobbiamo farlo. Oggi commentiamo i risultati del settore metalmeccanico nel 2021 nel complesso positivi, ma che già evidenziavano una dinamica preoccupante come emerge dai dati relativi alla seconda metà dell’anno e, in particolare, del quarto trimestre – ha dichiarato Federico Visentin, Presidente Federmeccanica –. A questo si aggiunge, ora, un ulteriore allarme proprio a causa dell’impatto che il quadro bellico può avere sull’economia globale e su quella del nostro Paese. Tutto ciò proprio mentre le aziende italiane si trovano davanti ad una transizione tecnologica ed ecologica epocale che richiede una forte capacità di cambiamento e innovazione. Dobbiamo ripensare la filiera e il sistema di formazione, sostenere la crescita dimensionale e migliorare la competitività e l’attrattività del Sistema-Paese verso i grandi player internazionali. L’Automotive è un settore molto esposto come si può vedere già dal trend negativo della produzione che, per effetto dei mutamenti straordinari all’orizzonte, potrebbe subire conseguenze drammatiche dal punto di vista industriale e sociale. Occorre agire subito, per questo, assieme ai sindacati, abbiamo presentato lo scorso 3 febbraio una prospettiva economica condivisa con l’obiettivo di realizzare interventi organici e di visione che non traguardino solo la gestione di questa fase emergenziale, ma che consentano di sviluppare modelli di business avanzati e sostenibili nell’interesse del Paese. Ora ci troveremo ad affrontare l’ulteriore emergenza che gli effetti della guerra produrrà e non c’è dubbio che tutto va ricontestualizzato all’interno di uno scenario che può tradursi in una nuova, profonda, crisi. A maggior ragione servono interventi straordinari, a maggior ragione serve lavorare insieme. Ci auguriamo che a partire dall’Automotive si sviluppi quella cabina di regia che insieme al Sindacato abbiamo chiesto. Ognuno può e deve dare il contributo. E’ il momento dell’unità.»
Nel quarto trimestre 2021, quasi tutte le aziende hanno registrato ulteriori rincari dei prezzi delle materie prime ed è salita la percentuale di chi ha dichiarato difficoltà di approvvigionamento. Dinamiche che si stanno ripercuotendo sui prezzi alla produzione dei prodotti industriali, dato che nel 2021 l’aumento medio per il settore metalmeccanico è stato di quasi l’8%. Incrementi di costo che impattano negativamente sulla competitività di molte imprese e che stanno ridimensionando molto i margini di profitto.
«E’ molto difficile trovarci oggi ad analizzare anche gli effetti che la guerra può determinare sulle nostre Imprese, potendo solo immaginare quanto stanno vivendo i cittadini dell’Ucraina colpiti da questo orribile dramma. Un conflitto che avrà ripercussioni anche economiche diffuse. Rincuora vedere una risposta Europea coesa. Ci auguriamo di vedere lo stesso spirito nell’affrontare in modo strutturale la crisi energetica. La pandemia ha stravolto molti paradigmi. Ci siamo trovati ad affrontare difficoltà mai viste e continuiamo a dover fronteggiare l’incremento esponenziale dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici, oltre alle difficoltà di reperimento delle stesse. Quello che ora sta accadendo non potrà che amplificare queste criticità che già apparivano fuori controllo. E’ quanto mai necessario che siano previsti interventi straordinari da parte del Governo per affrontare con reattività ma anche con visione, questa fase. Occorre trovare soluzioni che siano in grado di fornire, da una parte, risposte nell’immediato, e che affrontino allo stesso tempo i problemi strutturali come quelli energetici e di disponibilità della materie prime, come la componentistica attiva dell’elettronica , problemi che zavorrano oggi crescita e competitività delle nostre imprese.– ha aggiunto Diego Andreis, Vicepresidente Federmeccanica».
Nel 2021 si è più che dimezzato il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, mentre l’occupazione nelle grandi imprese metalmeccaniche è rimasta sostanzialmente stabile (-0,1%) nel confronto con l’anno precedente.
Le prospettive a breve - secondo quanto registrato dalla 161° Indagine Congiunturale, condotta su un campione di circa 600 imprese metalmeccaniche associate - segnalano un nuovo miglioramento già a partire dai primi mesi del 2022, dopo il calo osservato nella parte finale dell’anno scorso. Nel dettaglio:
- il 49% delle imprese intervistate dichiara un portafoglio ordini in miglioramento;
- il 40% prevede incrementi di produzione;
- il 31% ritiene di dover aumentare i livelli occupazionali nei prossimi sei mesi, mentre un più contenuto 6% prevede un loro ridimensionamento.