Alberto Dal Poz, Presidente di Federmeccanica: «Uso consapevolmente il termine “evoluzione” perché esprime l’idea di una crescita capace di essere, allo stesso tempo, quantitativa, qualitativa e valoriale»
Vicenza, 22 giugno 2018 – Si è tenuta oggi l’Assemblea Generale 2018 di Federmeccanica. Protagonisti dell’evento: la fabbrica come luogo d’elezione e l’Impegno - il decalogo sviluppato da Federmeccanica - come strumento per renderla più competitiva e a misura d’uomo.
Oggi l’Impegno di Federmeccanica e dei suoi imprenditori esce dalle dichiarazioni di intenti per diventare Progetto.
Per la prima volta, come proposto dal Presidente Alberto Dal Poz un anno fa nel suo discorso di insediamento, l’evento si è svolto all’interno di una fabbrica: la Telwin di Vicenza.
Dopo i saluti di Luciano Vescovi (Presidente di Confindustria Vicenza) e Stefano Spillere (Amministratore Delegato Telwin S.p.A), il Presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz ha aperto i lavori con la sua Relazione. Sono seguiti una presentazione sulla Fabbrica la Persona il Futuro di Carlo Ratti (Director of MIT SENSEable City Lab & Founding partner of Carlo Ratti Associati), un intenso momento di confronto con la squadra dei Vicepresidenti di Federmeccanica e una originale interpretazione dello scrittore, drammaturgo e saggista Stefano Massini. Le conclusioni sono state affidate al presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
«Nel suo discorso al Senato - ha dichiarato Alberto Dal Poz - il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha affermato la necessità di "creare un patto sociale equo e trasparente fondato sulla solidarietà, ma anche sull’impegno". Ci auguriamo che il nostro Impegno possa contare su un ulteriore rilancio con politiche dedicate per il lavoro e per l’industria. Il lavoro deve essere sempre migliore, sempre più inclusivo e sempre più flessibile. Per l’Industria Metalmeccanica la flessibilità non è sinonimo di precarietà. Combattiamo insieme la precarietà non con le norme ma investendo sulle persone con la formazione e moltiplicando in maniera esponenziale le aziende che crescono. Quelle che innovano, quelle che esportano, quelle che assumono»
Il settore metalmeccanico e meccatronico ha un ruolo rilevante sia dal punto di vista quantitativo - in termini di occupazione, valore aggiunto e scambi internazionali -, sia per ruolo strategico. Produce, infatti, la totalità delle macchine e delle attrezzature attraverso le quali trasmette l'innovazione tecnologica a tutti i rami dell'industria e agli altri settori dell’economia. Lo sviluppo e il mantenimento della competitività dell’intero comparto manifatturiero dipendono in larga misura dalla capacità del settore metalmeccanico di crescere attraverso l'innovazione. Federmeccanica si rivolge al Governo per chiedere che metta la manifattura al centro. Quando cresce l’Industria metalmeccanica, cresce il lavoro, cresce il benessere, crescono i consumi, cresce l’Italia.
«E’ necessaria – ha affermato il Presidente dei Metalmeccanici - una politica industriale che si concentri sui settori strategici senza arretrare mai, in nessun caso. Un Paese come l’Italia deve poter contare ad esempio sull’Ilva, la più grande acciaieria d’Europa. L’Europa è il nostro mercato principale. Le imprese hanno anche bisogno di non rimanere isolate. Il tema delle infrastrutture materiali e immateriali diventa quindi fondamentale per recuperare terreno. Si deve essere connessi digitalmente ma anche collegati fisicamente al resto d’Italia e al resto d’Europa. Si possono (e si devono) fare le opere rispettando l’ambiente e le persone così come fanno le nostre imprese ogni giorno».
Nelle aziende non si genera solo valore economico, ma anche consapevolezza di sé, dignità, inclusione, crescita umana e culturale, solidarietà e mobilità sociale. Si va affermando e diffondendo quello che si può definire il nuovo Umanesimo Metalmeccanico
Se quattro anni fa la parola d'ordine di Federmeccanica era “Rinnovamento” portato all’interno del nuovo Contratto Collettivo Nazionale, oggi viene lanciata una nuova sfida che chiama all’ “Impegno”.
«Con il nostro Impegno – conclude Dal Poz - intendiamo, contribuire a dare senso e traiettoria al cambiamento che tutti insieme siamo chiamati a realizzare. Lo facciamo nella consapevolezza che i cambiamenti, quelli veri, profondi e duraturi, impongono sempre un rinnovamento culturale. Un processo faticoso che richiede un’azione costante e continua, senza strappi e fughe in avanti, caratterizzata, soprattutto, da una paziente opera di cucitura di ciò che è diviso. Siamo tutti liberi. Possiamo scegliere di impegnarci o decidere di stare a guardare. In ogni caso siamo chiamati a essere costruttori, non vittime del futuro. Questo è l'Impegno che vorremmo da ciascuno di noi e da ogni italiano.»