Nota stampa Federmeccanica

CONTRATTO NAZIONALE METALMECCANICI

INCONTRO A DELEGAZIONI PLENARIE

TRA FEDERMECCANICA, ASSISTAL

E

FIM, FIOM, UILM:

 

È  GIUNTO IL GIORNO DELLA REALTÀ

 

 

Roma, 30 maggio 2024

Quello di oggi è stato un appuntamento importante per Federmeccanica.

Nell’incontro con le Organizzazioni Sindacali abbiamo avuto modo di rappresentare la realtà in maniera puntuale, anche attraverso le analisi e le indagini che abbiamo condotto.

È  necessario sempre confrontarsi con la realtà, che non va mai persa di vista.

In particolare, sono due le dimensioni della realtà che vanno considerate.

La prima dimensione della realtà riguarda lo stato della metalmeccanica/meccatronica.

Un Settore molto eterogeneo, caratterizzato da grandissime differenze tra i diversi comparti e tra le varie aziende.

Un Settore composto da tante imprese con una ridotta profittabilità, che hanno subito in questi anni ingenti incrementi dei costi senza poterli trasferire sui prezzi dei prodotti, finendo quindi per incidere ulteriormente sui loro margini.

Un Settore caratterizzato da una produttività stagnante da tanti anni, con il costo del lavoro per unità di prodotto ancora molto alto, essendo nel frattempo aumentate le retribuzioni in misura superiore alla produttività.

Un Settore che da diversi trimestri è in difficoltà con una produzione industriale praticamente ferma o in calo considerando gli stessi periodi dell’anno precedente.

La seconda dimensione della realtà riguarda gli effetti e i risultati del modello in essere, considerando sia il livello nazionale che quello aziendale.

Gli adeguamenti retributivi dei minimi di garanzia riconosciuti nella vigenza del Contratto non hanno precedenti e non hanno eguali.

Solo nella metalmeccanica ci sono state risposte così sostanziose nel periodo di alta inflazione, che è il momento più difficile per le persone.

Il Contratto Nazionale ha inoltre sostenuto il reddito delle famiglie con l’assistenza sanitaria integrativa grazie al Fondo Metasalute, che in questi ultimi anni ha riconosciuto prestazioni del valore di centinaia di milioni di euro.

Il Contratto Nazionale ha anche aumentato ulteriormente la capacità di spesa delle persone, grazie ai flexible benefits, per un totale di 800 euro nel periodo 2021-2024, che peraltro sono netti grazie all’abbattimento totale del cuneo fiscale.

A tutto questo si deve aggiungere quello che è stato fatto a livello aziendale, dove sono stati riconosciuti premi di risultato che in alcune imprese sono arrivati fin sopra i 2.000 euro, dove sono stati riconosciuti ulteriori elementi economici collettivi, dove è stato riconosciuto welfare in misura superiore rispetto a quanto previsto dal CCNL e anche altre maggiorazioni anch’esse superiori rispetto ai trattamenti previsti dal Contratto Nazionale.

Senza considerare l’importanza della formazione, del nuovo inquadramento, di quanto è stato fatto sulla sicurezza sul lavoro e sulla cultura di genere.

L’esame obiettivo della realtà porta ad un’unica logica conclusione.

È necessario preservare e difendere un modello che funziona, che non può essere alterato in nessuna delle parti che lo compongono.

Il rispetto delle regole esistenti non è quindi un principio astratto ma affonda le radici in una realtà con cui dal 2016 ci siamo confrontati, e che ha portato a definire un impianto condiviso.

La realtà ci dice che sono troppi i casi in cui vengono fatte richieste in azienda non consentite dal CCNL, come le richieste di parti fisse dei premi di risultato, oppure le richieste di negoziare quanto già contrattato a livello nazionale.

La realtà dimostra che anche il principio della distribuzione della ricchezza dove viene prodotta e dopo che è stata prodotta è imprescindibile.

Dove la marginalità è bassa non ci può essere altro che la garanzia minima legata all’IPCA al netto dei prodotti energetici importati.

Dove c’è una profittabilità buona questa viene già in parte redistribuita, ce lo dice la realtà aziendale.

Ora c’è una nuova dimensione della realtà da affrontare, quella della sostenibilità e della competitività. Per questo abbiamo lanciato l’idea di un CCNL ESG.

L’obiettivo di tutte le parti deve essere un rinnovo che porti avanti il Rinnovamento avviato nel 2016, che sia cioè animato da uno spirito riformatore.

Noi faremo la nostra parte come sempre, con spirito positivo e costruttivo.

Abbiamo organizzato una serie di incontri con il Sindacato nel mese di giugno e nel mese di luglio per dare risposte puntuali a tutte le richieste sindacali nella piattaforma.

Abbiamo le idee molto chiare su quello che si può fare, e su quello che si deve fare, rimanendo ben ancorati alla realtà.