Presentati nell’assemblea in corso a Bari il protocollo sull’alternanza scuola-lavoro firmato con il Ministero dell’Istruzione per promuovere l’occupazione giovanile e il Manifesto delle Relazioni Industriali per nuovi e più efficaci rapporti tra aziende, sindacati e lavoratori. Insieme al Centro Studi di Confindustria, sarà avviato il Laboratorio di Sistema, un progetto di ricerca sulle best practices nelle imprese, per esportare i modelli più competitivi.
Bari, 13 giugno 2014 – Oggi a Bari è in svolgimento l’Assemblea Generale annuale di Federmeccanica. A illustrane i temi è il suo Presidente, Fabio Storchi: «abbiamo scelto Bari in modo non casuale, ma perché rappresenta la cerniera ideale tra l’industria manifatturiera del Nord e quella del Mezzogiorno, con il suo distretto Bari-Modugno che è uno tra i maggiori poli industriali dell’intera dorsale adriatica e, dunque, del Paese.
Valorizzare questo patrimonio di saperi e produzioni, insieme a quello di tutta l’industria metalmeccanica, è il nostro precipuo compito, e per farlo stiamo mettendo in campo diversi strumenti, dal protocollo firmato con il Ministero dell’Istruzione perché le imprese e l’Italia hanno bisogno di risorse umane di valore, al Manifesto delle Relazioni Industriali, che guiderà la nostra azione e il confronto con le organizzazioni sindacali e con i lavoratori, fino al Laboratorio di Sistema, in collaborazione con Confindustria, per conoscere, e diffondere, le esperienze aziendali di successo. Un’idea chiave accomuna questi tre grandi progetti, la centralità della persona. Proprio la persona – non più la macchina, il capitale o l’organizzazione – si avvia, infatti, a diventare il vero baricentro dell’impresa, che compete nel mercato globale fondato sulla conoscenza.
A guidarci l’Orgoglio Metalmeccanico, un sentimento fondato su dati oggettivi, sui risultati che noi imprenditori, con le nostre imprese e con i nostri collaboratori, abbiamo raggiunto nonostante questi anni difficili e che hanno impedito il tracollo del nostro Paese nella più grande crisi sperimentata dal dopoguerra.
L’industria meccanica ha un ruolo fondamentale nell’innovazione e lo manterrà anche nel futuro, perché tutte le nuove tecnologie sono destinate a combinarsi con la meccanica, per dare vita a nuove generazioni di prodotti e servizi».
Nel corso dell’assemblea è stato presentato il protocollo che Federmeccanica ha firmato insieme al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, per promuovere l’occupabilità dei giovani attraverso il meccanismo dell’alternanza scuola-lavoro.
L’accordo intende favorire l’inserimento nelle imprese di persone adeguatamente formate, con il duplice obiettivo di incentivare l’occupazione e fornire alle aziende i profili tecnici che attualmente hanno difficoltà a reperire.
L’industria italiana, metalmeccanica ma non solo, ha infatti estremo bisogno di figure con il giusto background formativo per poter crescere, mentre si calcola che esista un deficit di 47 mila unità a livello di lavoratori tecnici intermedi (indagine Excelsior di Unioncamere). Questo mentre la disoccupazione, giovanile in particolare, è ai massimi storici, con il 43% di under 25 senza lavoro nel primo trimestre 2014.
Il target individuato dal protocollo è di 100 istituti, tra tecnici del settore tecnologico e professionali per i percorsi afferenti all’industria, da coinvolgere nell’arco di tre anni, con almeno una scuola per regione, in modo da raggiungere il 10% di questa tipologia di istituti, per poi essere esteso una volta a regime (dall’anno scolastico 2016-2017). Il progetto pilota prevede che gli studenti del secondo biennio e del quinto anno siano inseriti in un percorso di istruzione tecnica e professionale di 600 ore all’interno di un contesto lavorativo, con l’obiettivo di favorirne la crescita e l’autonomia, non solo attraverso competenze tecnico-professionali, ma anche trasmettendo capacità relazionali e imprenditoriali, coerenti con i fabbisogni delle aziende e del settore.
L’altro grande tema che ha animato l’Assemblea riguarda nuove e più efficaci Relazioni Industriali, basate su un paradigma di coinvolgimento e centralità della persona, per contribuire al rilancio dell’industria metalmeccanica e quindi dell’intero Paese, i cui capisaldi sono raccolti nel Manifesto delle Relazioni Industriali, reso pubblico oggi.
Le Relazioni Sindacali sono una delle chiavi di volta del rapporto tra imprese e lavoratori e in questo ambito è necessario si diffonda una nuova cultura ispirata alla partecipazione intesa come responsabilizzazione di tutti gli attori. Federmeccanica avvierà quindi dei tavoli tematici sulla competitività del settore e inviterà i sindacati ad un confronto pragmatico, perché, per cogliere le opportunità di crescita ed affrontare le criticità, non possiamo aspettare le scadenze contrattuali, ma occorre agire subito.
Da rafforzare anche le Relazioni Interne, in grado di coinvolgere i lavoratori nella crescita delle imprese.
Al centro c’è l’individuo, su cui ogni impresa deve investire per il perseguimento degli obiettivi aziendali di crescita e di sviluppo. Fondamentale sarà quindi il confronto con la base associativa su questo tema, in modo che l’esempio delle buone pratiche nei territori e i casi di successo possano tradursi in metodologie, tecniche e strumenti utilizzabili a livello più generale.
Tutti questi strumenti sono finalizzati a rendere il rapporto con i singoli lavoratori la regola e non l’eccezione, perché si possa costruire un sistema di relazioni industriali normalizzato e inclusivo.
In una fase come quella che stiamo vivendo, caratterizzata da una forte discontinuità e da un quadro macroeconomico incerto e sempre mutevole, è necessario rispondere ai cambiamenti in modo flessibile: Il Contratto nazionale deve lasciare spazio a quello aziendale nel momento in cui nelle aziende vi siano le condizioni, le volontà e le specificità per una differente, completa o parziale regolazione degli aspetti normativi ed economici del rapporto di lavoro, all’interno di schemi da stabilire a livello nazionale.
Non è più rinviabile il tema della produttività e del collegamento tra la stessa e i salari: questi ultimi sono aumentati, in termini reali, del 6,5% rispetto al 2007, mentre nello stesso periodo la ricchezza complessivamente prodotta dal settore è diminuita del 18%. Occorre legare le dinamiche salariali ai risultati economici e reddituali conseguiti dalle aziende, pena l’indebolimento ancora più accentuato dell’industria italiana.
Infine, Federmeccanica avvierà, insieme a Confindustria attraverso il Centro Studi, il Laboratorio di Sistema, un progetto di ricerca di due anni per analizzare la crescita e l’organizzazione delle imprese. Quelle manifatturiere, infatti, proprio perché più esposte alle dinamiche internazionali, hanno percepito prima come ci sia un evidente dualismo tra le aziende che faticano a tenere il passo perché non hanno ancora saputo o potuto adattarsi alle novità del mercato e le altre, che hanno impresso una forte accelerazione nel cambiamento e adottato strategie nuove, differenziando i prodotti e i servizi. Da questa riflessione nasce la volontà di studiare i casi di successo, in modo che le best practices già attuate possano diventare il punto di riferimento per gli imprenditori impegnati nel riposizionamento competitivo delle loro imprese.
L’obiettivo generale degli strumenti presentati è il rilancio di un settore, quello metalmeccanico, che crea l’8% della ricchezza nazionale e il 46% dell’intero valore aggiunto manifatturiero, esporta beni per 187 miliardi di euro (circa il 50% delle esportazioni totali del nostro Paese) e contribuisce al riequilibrio della bilancia commerciale realizzando un attivo pari a 65 miliardi di euro.